Il 25 settembre 2022 ci sono state le elezioni politiche in Italia, e per la prima volta nella Repubblica Italiana, una donna a capo di un partito, e di destra, ha vinto le elezioni, risultando così la candidata a diventare il primo presidente del Consiglio dei ministri: Giorgia Meloni leader di Fratelli di Italia ha infranto il tetto di cristallo diventando la quarta carica più importante dello Stato.
Può piacere o non piacere, ma è un fatto!
Vogliamo sperare che questo evento non rappresenti più un fatto di notizia, ma possa essere il volano ad un cambiamento culturale sulle candidature agli alti vertici dello stato e non solo, dove le donne possano occupare quelle posizioni che sono state fino ora riservate agli uomini.
Questo significa che il concorso ad occupare i ruoli di potere non sia influenzato da retaggi culturali o distingui di genere, ma sia affidato dall’equa competizione i cui criteri di scelta si basano su comprovate caratteristiche quali competenza, capacità decisionali e di visione, oltre che determinazione e carattere.
L’Italia è al 36esimo posto nella classifica mondiale per numero di donne in Parlamento, 33esimo per numero di ministri donne, ma ultimo per numero di leader donne in tutta la storia, almeno fino a oggi.
Guardando ai numeri in 75 anni di storia della Repubblica, dal Governo De Gasperi 2, il primo della Repubblica, al Conte 2, su 4.864 presidenti, ministri e sottosegretariche hanno giurato al Colle appena 319 sono state donne, ovvero lo 6,56[%] del totale.
Questii numeri fanno comprendere quanta strada c’è ancora da fare, l’assenza o quasi delle donne in politica si traduce di fatto in una costante sotto rappresentazione, nelle istituzioni e nei luoghi dove si prendono le decisioni, della metà della popolazione italiana.
A passi lenti le donne riescono a ritagliarsi spazi nella politica, se guardiamo alla storia era il 1945 dopo la liberazione, quando Elena Fischli Dreher ricopriva per la prima volta come donna un incarico pubblico, nel 1976 (30 anni dopo la nascita della Repubblica) Tina Anselmi diventa il primo Ministra del Lavoro, mentre nel 1979 Nilde Iotti diventa la prima donna presidentessa della Camera, un incarico che ha mantenuto per ben tre legislature fino al 1992, poi nel 1993 l’incarico passa a Veronica Pivetti per 2 anni, e soltanto venti anni dopo nel 2013 sarà la volta di un’altra donna Laura Boldrini.
Nel 1998 (50 anni dalla Costituzione Italiana) Rosa Russo Iervolino sarà la prima Ministra degli interni, posizione poi ricoperta da Anna Maria Cancelleri (2011-2013) e Luciana Lamorgese (2019-21); nel 2014 Roberta Pinotti è a capo del Ministero della Difesa, ruolo considerato da sempre di pertinenza maschile, seguita da Elisabetta Trenta, nel 2018 Maria Elisabetta Alberti Casellati sarà la prima presidentessa del Senato.
Un’alternanza al femminile che travalica l’appartenenza di partito e che ben evidenzia la difficoltà delle donne nella presenza ai vertici dello stato prima e di rappresentanza poi.
Per questo occorre complimentarsi con Giorgia Meloni, a capo di un partito risultato primo, indipendentemente dalle posizioni ideologiche e di partito, e sebbene la politica di per sé sia divisoria, come donna e come cittadina italiana voglio augurarle buon lavoro come Presidente del consiglio dei ministri.!
Buon lavoro perché il governo di un paese si porta con sé un alto livello di responsabilità, buon lavoro perché il periodo storico che stiamo vivendo dalla crisi economica, alla pandemia e adesso alla guerra non dà speranze di una politica rosea.
Occorrerà forte pragmatismo e rigore senza per questo escludere il valore dell’empatia, dovendo gestire una transizione economica e sociale delicata.
Ai cittadini italiani, come sempre, spetta il compito di vigilare sulla politica che verrà esercitata, nel rispetto democratico e della carta costituzionale!
Nadia Falcone
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