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La crisi Democratica è Economica
di Nadia Falcone

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La crisi Democratica è Economica
di Nadia Falcone

La democrazia non sta funzionando e come potrebbe? L'ATTO DEMOCRATICO presuppone alto senso dello stato, forte valore civico, fluidità culturale, diffusa educazione sociale e istruzione, TUTTI aspetti questi che negli ultimi anni non sono stati curati.

I bacini di educazione alla politica e all’aspetto democratico del paese si sono dissolti, le scuole non insegnano più l’educazione civica, considerata retaggio fascista, qualcuno me lo spieghi per favore, io ho altri ricordi, bontà di un’insegnante Illuminata!

L’ora di educazione civica era il momento educativo dedicato alla riflessione sulla res pubblica, si imparava che le differenze culturali sono un valore e si educava al rispetto sociale. Si stimolava il dibattito, la lettura dei giornali e delle riviste di vario colore, si analizzavano leggi e comportamenti comuni, si leggeva la costituzione, si esercitava la mente al pensare e si imparava a diventare cives /cittadini consapevoli con diritti e soprattutto doveri.

Negli ultimi venti anni il divario tra politica e popolo è aumentato, trasformando la democrazia in oclocrazia, la forma più degenerata di democrazia, dove non domina la volontà del popolo, ma gli istinti di una massa, volubilmente istigata da demagoghi che fanno leva sulle reazioni emotive.

La dissoluzione sociale, in preda a perseguire i mercati e i nuovi modelli imposti dalle multinazionali in una dimensione liquida dei non luoghi, ha prodotto la massa indistinta, non più identitaria e riconoscibile - interessante l’articolo di Gianni Di Noia, sulla deriva cattolica. -Il demos consapevole della propria forza, cognito del potere - katros, che può concedere o esercitare, ha disperso questa capacità, ha smesso di identificarsi come forza dello stato, ed è tornato ad essere suddito di padroni non conosciuti.

Il popolo che ha posto le basi della democrazia moderna, grazie alla quale sono nati gli stati democratici nel rispetto dei diritti degli uomini e delle donne, non ha in sé la forza illuminata e trascinante del passato, oggi le democrazie sono in forte crisi, proprio perché il demos ha perso consapevolezza del potere che detiene, anzi se ne è distaccato.

Le 5 emergenze raccontate dal professor Tocci bene evidenziano questa crisi democratica, che è crisi culturale, rimettere mano al dibattito che cerca soluzioni concrete e immediate è una priorità degli stati democratici tutti.

Oggi il parlamento appare come un talk show imbarazzante, dove le picconate continue rallentano le decisioni democratiche e provoca disastri.

In questa inconsistenza si fanno strada i nomi altisonanti, si cercano le guide accreditate, gli uomini di successo, come se la democrazia fosse la rappresentanza sterile del potere, l’immagine di facciata di una icona, ecco come si svuota di senso la politica e come si distacchi dal popolo. La rappresentanza politica non è più un fatto di scelta popolare, ma è diventata un mero benchmark di opportunità dove spuntano I Monti e i Draghi!

I politici perdono il significato greco da cui traevano origine, non cercano soluzioni perché incapaci di scelta, rispondono ai poteri forti, per lo più economici, rappresentati dalle multinazionali; imperi economici che non hanno a cuore le sorti dello stato, essendo poteri posizionati al di fuori dei singoli stati, possono decidere di sacrificarne uno a favore di un altro- tutto pur di “guadagnare”.

Una politica inconsistente, indecisa, scostante e lontana degli interessi dei cittadini, esempio imbarazzante di questi giorni: il non aver ancora attivato azioni per la salvaguardia delle imprese e delle famiglie per la crisi

energetica. La guerra, naturale conseguenza post pandemica, si guardi la storia, inasprisce questa crisi, che era già iniziata da tempo, si veda tutto il dibattito degli anni passati, anche pre pandemici, sui rincari bolletta. I costi dell’energia e del gas sono enormi, in tal situazione, forse si potrebbe pensare di rivedere l'ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente- autorità nazionale istituita con legge dello stato, le cui risorse per il funzionamento non provengono dal bilancio dello Stato, ma da un contributo sui ricavi degli operatori regolati), in questo contesto ci si chiede infatti, se l'ARERA in maniera indiretta pesi sulla bolletta, se si guardano le voci di costo che determinano l’importo da pagare qualche dubbio viene.

Ed è ancora una volta la decisione politica che incide sull’economia, scelte apparentemente piccole finiscono per avere una risonanza enorme, con il rischio di implodere con il sopraggiungere o aggravarsi di una crisi di settore.

Per scelte sul dove andare, cosa fare, è importante osservare la politica, per questo allontanarsene come se fosse qualcosa di altro, distante dal vivere quotidiano è un errore, è una diseducazione del pensiero, è ignoranza!

La diseducazione ha inciso sulla rappresentanza politica venuta fuori non da una formazione dedita al benessere dello stato, ma improvvisata e caciarona, che ha preso il potere trascinando le masse, un potere demagogico che guarda ai sondaggi, e meno alla sostanza delle idee e dei programmi, diventati pura forma elettorale.

“Chi c’è da votare stavolta” è una frase chiara del disagio dei cittadini chiamati alle urne, che ben rappresenta la crisi democratica oltre che ideologica, in questa distanza altri poteri si fanno strada, e quello oligarchico spinge con forza. 


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