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Dalla Moneta alle Materie prime, quale Capitalismo ?
di Gianni Di Noia

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Dalla Moneta alle Materie prime, quale Capitalismo ?
di Gianni Di Noia

E’ in corso una transizione del sistema finanziario globale. 

Dal sistema di capitalismo finanziario basato sulla creazione di moneta a debito con il dollaro come valuta globale di riserva stiamo passando ad un sistema multipolare con una valuta globale di riserva calcolata sulla media di un paniere di valute garantite da materie prime (è da verificare la modalità di creazione di moneta).

Analisi delle cause 

Il sistema di un capitalismo finanziario basato sulla creazione di moneta a debito con il dollaro come valuta globale di riserva nasce nel 1944 grazie agli accordi di Bretton Woods. 

A guerra ancora in corso era emersa la necessità di creare una valuta globale che, garantita da un bene reale fisico come l’oro, fosse accettata con fiducia da tutti i paesi. Il progetto avanzato dall’economista inglese John Maynard Keynes, proponeva il Bancor, una valuta globale il cui valore doveva essere calcolato su un paniere di valute internazionali, oro e argento. Fu invece imposto il sistema proposto dagli americani che vedeva il dollaro come valuta di riserva globale garantito dalle riserve aurifere affidate agli Stati Uniti durante la guerra. 

Il sistema si è rivelato strutturalmente debole per diversi motivi: 

·         il dollaro come valuta di riserva globale viene garantito da riserve auree; 

·         la creazione di moneta a debito con interessi (usura) tramite la riserva frazionaria costringe a creare nuova moneta per evitare crisi di liquidità quando i debiti con gli interessi venissero interamente rimborsati; 

·         la quantità di creazione di moneta è sempre strutturalmente molto superiore alla quantità di oro estratto annualmente; gli americani hanno creato una quantità di denaro enorme rispetto alle riserve aurifere con la scusa di finanziare la ricostruzione, ma di fatto finanziando la loro crescita e la loro egemonia. 

Le debolezze del sistema emergono nel 1963 quando la Francia del generale De Gaulle chiede di convertire le riserve in dollari americani per far rientrare le riserve auree francesi detenute negli Stati Uniti.  

Le successive richieste di conversione dei dollari in oro da far rientrare in Francia e Gran Bretagna, costringono il Presidente degli Stati Uniti Nixon a decretare la non convertibilità dell’oro il 15 agosto del 1971. 

Gli Stati Uniti per proseguire a sostenere la richiesta di dollari, nel 1973 chiudono un accordo con l’Arabia Saudita a fornire protezione militare in cambio dell’obbligo di pagamento in dollari del petrolio acquistato dagli arabi. La grande richiesta di petrolio a livello mondiale garantisce entrate importanti di valuta americana che gli arabi reinvestono nell’acquisto di titoli di Stato americani. 

Si passa dal dollaro inserito in un sistema gold standard al sistema dei petrodollari. 

La grande inflazione degli anni ’70 svaluta il grande debito Usa e mette in moto il grande sviluppo dei mercati azionari degli anni ‘80 e ’90 che si sostituiscono alle banche nella capacità di creazione di valore, con la grande raccolta di capitali dei privati indotti ad entrare nel mercato degli investimenti finanziari. 

Le crisi del 1987 prima e del 1997 dopo, in cui esplodono le bolle speculative gonfiate dai mercati finanziari, portano i governi e le banche centrali ad intervenire per creare liquidità da fornire al sistema finanziario.  

La deregolamentazione del sistema finanziario completata nel 1999, con l’eliminazione della distinzione tra banche commerciali e banche di investimento, firmata dal presidente Usa Bill Clinton, consente l’entrata di nuovi capitali nei mercati finanziari, con l’apparente protezione fornita da strumenti finanziari detti “derivati”. 

La crisi del 2008 mostra il fallimento del sistema dei derivati di copertura finanziaria, ed è gestita con l’iniezione di nuova liquidità da parte degli stati con relativo maggior indebitamento, senza però modificare le regole del sistema finanziario. 

Già nel 2008 uno studio della McKinsey GI, evidenziava che in questo processo di crescita e crisi ciclica, dovuta alla creazione continua di moneta tramite creazione continua di debito, si è arrivati a raggiungere un livello di debito strutturalmente elevato dei privati, delle imprese e degli stati, con le banche commerciali non più in grado di generare nuova moneta. 

La soluzione è stata allora trovata nelle politiche di intervento delle banche centrali, i cosiddetti prestatori di ultima istanza. Soluzione che invece di affrontare il problema lo ha di fatto ingigantito. 

Il fallimento di quest’ultimo piano disperato è stato certificato da uno studio della Banca dei Regolamenti Internazionali del novembre 2019, in cui si certificava il rischio di perdita di credibilità dei bilanci delle banche centrali, che nei massimi esponenti occidentali (Federal Reserve, Banca Centrale Europea e Bank of Japan) vedono i bilanci enormemente carichi di titoli di Stato e titoli societari, in percentuali storicamente esagerate rispetto ai Pil dei rispettivi paesi. 

In questo scenario di rottura conclamata del sistema capitalista finanziario occidentale, si è inserito prima il mondo della Silicon Valley con il tentativo di introdurre il progetto Libra, una moneta globale il cui valore fosse calcolato su un paniere di valute e di materie prime, sulla falsariga del progetto di Keynes proposto a Bretton Woods nel 1944. Progetto stoppato con le buone (e un po’ con le cattive), che aveva come unico elemento di dubbio il fatto di non avere un sottostante reale a garanzia della moneta. 

Criticità che invece non è presente nel modello multipolare proposto dalla Russia di Putin e che raccogliendo le adesioni di tutti i paesi produttori di materie prime e di beni finiti, può invece vantare un sottostante reale di garanzia alla moneta globale che verrà creata. 

In questa ricostruzione storica appare quindi evidente l’errore storico commesso nel 1944, in cui l’obiettivo eticamente giusto della creazione di un sistema concretamente democratico, che unisse i paesi del mondo in uno sviluppo sostenibile per tutti, ha portato invece un singolo paese ad esercitare un’egemonia rispetto al resto del mondo. Con tutte le conseguenze di crisi e storture che ne sono derivate nel tempo. 

L’accettazione del nuovo sistema finanziario globale che si sta costruendo, può avvenire in due modi: 

1.     Per costrizione dell’evidenza della realtà. Il crollo inevitabile del sistema capitalistico finanziario, basato su un unico paese egemone e su un'unica moneta globale di riserva, sarà evidente per chi sopravvivrà alle macerie. Accettando il nuovo sistema a cose fatte. 

2.     Per comprensione delle debolezze del sistema precedente. Questo potrebbe consentire di prepararsi al passaggio consapevolmente cercando di evitare i danni del crollo del sistema capitalistico e preparandosi ai cambiamenti dovuti all’introduzione del nuovo sistema multipolare.

 

di Gianni Di Noia


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